È il quinto inverno da quando la Germania ha invaso la Polonia dando, di fatto, inizio alla Seconda Guerra Mondiale.
L’anno appena trascorso ha portato il conflitto mondiale su
un nuovo piano per gli italiani. Se prima era una guerra combattuta fra
eserciti al fronte, ora, dopo l’armistizio, è diventata una guerra fatta di
città bombardate, di eserciti stranieri sul suolo italiano e di giovani combattenti
per la resistenza.
La vita a Bologna si sta facendo complicata perché le bombe,
sebbene mirino alle infrastrutture come rotaie, ponti e stazioni, cadono ormai
in po’ dappertutto.
Così fanno, dietro invito e organizzazione dell’avvocato
Barbieri, Matteo ed Anna - a malapena adolescenti - con le rispettive mamme,
nella speranza di trascorrere con meno pericoli i mesi che, credono, manchino
alla fine del conflitto e al ritorno in patria dei padri già da tempo lontani.
Sin dall’inizio nel podere di montagna dove sono stati accolti
non c’è da annoiarsi e i giorni scorrono fra mille cose da fare e da imparare
tanto che la guerra sembra riposare tranquilla sullo sfondo, lontana e sfumata.
I ragazzi scoprono una nuova dimensione di vita regolata dai mutamenti della
natura al ritmo delle stagioni, fra l’accudimento degli animali e la cura dell’orto.
Anche il bosco nasconde elementi utili per il sostentamento come la legna per scaldarsi
e cucinare, funghi ed erbe, oltre che a un pizzico di magia.
Si succedono, così, inverno, primavera ed estate; la
sicurezza, però, è solo un’illusione.
Michele Rocchetta approfitta del punto di vista ammantato di
innocenza dei due ragazzi per imbastire una storia che mostra sia un ritorno
alla natura con una punta di mistero, sia una parte particolarmente buia dell’ultimo
conflitto mondiale e lo fa con una scrittura coinvolgente, dinamica e
fortemente evocativa. Un libro che si legge in un sorso.