Fine XIX secolo: Candice White è una bambina cresciuta nella Casa di Pony dove è stata abbandonata quando era appena nata.
Come dice il suo nome, ha un animo
candido ma non è ingenua: è esuberante e divertente, un vero peperino.
Candy, travolta dai forti
sentimenti che prova, corre a rifugiarsi sulla collina di Pony da cui segue con
lo sguardo la macchina che le porta via Annie che si fa sempre più piccola.
Una volta che l’auto è scomparsa
dalla vista, non può far altro che lasciare libero
sfogo alle lacrime. Fino a
quando un ragazzo sorridente, con gli occhi luminosi e i capelli biondo cenere,
non appare sulla collina e le dice che è “più carina quando ride che quando
piange”.
Così come è comparso, il ragazzo
che Candy battezza il Principe della Collina, sparisce lasciando dietro di sé
solamente una spilla a forma di aquila con le ali spiegate da cui pende un
piccolo campanellino d’argento.
Quello che Candy ovviamente in
quel momento ancora non sa è che quell’incontro è solo il primo di tanti incontri
con il clan scozzese degli Ardlay (di cui la spilla riproduce lo stemma), una
famiglia molto potente composta da personaggi molto diversi fra loro che incroceranno
la vita di Candy nelle circostanze più disparate.
La vita della piccola orfana subirà
infatti delle vere e proprie montagne russe che la porteranno avanti e indietro
fra l’America e l’Inghilterra, dovendosi confrontare sia con la diffidenza di alcune
persone verso chi ha origine umile e incerta co
me lei, sia con la generosità di
chi non esiterà a offrirle il proprio aiuto nel momento del bisogno.
Il romanzo attuale alterna narrazioni
in prima persona della stessa Candy, ormai adulta, che ripercorre il viale dei ricordi
a narrazioni di un narratore esterno. Nella parte conclusiva, invece, l’autrice
ricorre all’espediente epistolare lasciando alle lettere scritte da Candy il
compito di far trapelare le vicissitudini degli anni prima, durante e dopo la
Grande Guerra.
Fermo restando l’evidente “missione
nostalgia” per chi oggi è adulto ma è cresciuto aspettando il momento della
giornata in cui la tv trasmetteva Candy Candy, le vicende della piccola
orfanella dai buoni sentimenti regalano, oggi come negli anni ’80, risate e lacrime,
gioie e frustrazioni, senza lasciare al lettore altra scelta se non quella di farsi
coinvolgere, anelando di scoprire se ci sarà o meno un lieto fine.