venerdì 27 gennaio 2023

IL GIORNO DELLA MEMORIA

 "Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre", scriveva Primo Levi.

L'orrore a cui si trovò di fronte l'Armata Rossa quando il 27 gennaio 1945 liberò il campo di Auschwitz è indescrivibile tant'è che anche chi è sopravvissuto ha avuto, inizialmente, problemi a parlarne.

Fortunatamente, proprio perchè le testimonianze sono fondamentali per tenere viva la memoria, molti di loro, in seguito, si sono assunti l'onere di informare, diffondere ed educare.

La letteratura, il cinema, la musica e le arti in genere sono un modo per fare arrivare il messaggio a più persone possibili. 

Pensando ad alcuni esempi, non si può non citare l'intensa e vigorosa Auschwitz di Francesco Guccini, un paio di anni fa diventata anche un libro illustrato splendidamente da Serena Viola: 

"Io chiedo quando sarà / Che l'uomo potrà imparare / A vivere senza ammazzare / E il vento si poserà" 

Fra i film corre l'obbligo di citare l'emblematico cappottino rosso in Schindler's list di Steven Spielberg o l'entusiastico "Buongiorno principessa!" de La vita è bella di Roberto Benigni (con la commovente ed avvolgente colonna sonora di Nicola Piovani).

Fra i libri non si può prescindere dal già citato Primo Levi, da Se questo è un uomo a I sommersi e i salvati, da Se non ora, quando? a La tregua.

Ma gli esempi sarebbero innumerevoli, sia di testimonianza diretta che di romanzi ambientati in quei contesti.

Solo per citarne alcuni:

- Diario di Anne Frank;

- La memoria rende liberi, scritto dalla senatrice a vita Liliana Segre a quattro mani con Enrico Mentana;

- L'amico ritrovato di Fred Uhlman;

- Il bambino con il pigiama a righe di John Boyne di cui esiste anche la dolorosa trasposizione cinematografica;

- Il bambino di Noè di Eric-Emmanuel Schmitt;

- Ho sognato la cioccolata per anni di Trudi Birger.

E tantissimi altri. 

Per tenere viva la memoria, sempre, lontano da nostalgici e negazionisti, perchè l'oscurità non prenda il sopravvento. 

 



venerdì 9 dicembre 2022

IL TEMPO DEL TUONO. L’ultima estate sull’Appennino di Michele Rocchetta

È il quinto inverno da quando la Germania ha invaso la Polonia dando, di fatto, inizio alla Seconda Guerra Mondiale.

L’anno appena trascorso ha portato il conflitto mondiale su un nuovo piano per gli italiani. Se prima era una guerra combattuta fra eserciti al fronte, ora, dopo l’armistizio, è diventata una guerra fatta di città bombardate, di eserciti stranieri sul suolo italiano e di giovani combattenti per la resistenza.

La vita a Bologna si sta facendo complicata perché le bombe, sebbene mirino alle infrastrutture come rotaie, ponti e stazioni, cadono ormai in po’ dappertutto.

Chi ha i mezzi e un posto dove andare, sfolla verso i monti o le campagne.

Così fanno, dietro invito e organizzazione dell’avvocato Barbieri, Matteo ed Anna - a malapena adolescenti - con le rispettive mamme, nella speranza di trascorrere con meno pericoli i mesi che, credono, manchino alla fine del conflitto e al ritorno in patria dei padri già da tempo lontani.

Sin dall’inizio nel podere di montagna dove sono stati accolti non c’è da annoiarsi e i giorni scorrono fra mille cose da fare e da imparare tanto che la guerra sembra riposare tranquilla sullo sfondo, lontana e sfumata. I ragazzi scoprono una nuova dimensione di vita regolata dai mutamenti della natura al ritmo delle stagioni, fra l’accudimento degli animali e la cura dell’orto. Anche il bosco nasconde elementi utili per il sostentamento come la legna per scaldarsi e cucinare, funghi ed erbe, oltre che a un pizzico di magia.

Si succedono, così, inverno, primavera ed estate; la sicurezza, però, è solo un’illusione.

Michele Rocchetta approfitta del punto di vista ammantato di innocenza dei due ragazzi per imbastire una storia che mostra sia un ritorno alla natura con una punta di mistero, sia una parte particolarmente buia dell’ultimo conflitto mondiale e lo fa con una scrittura coinvolgente, dinamica e fortemente evocativa. Un libro che si legge in un sorso.

martedì 7 giugno 2022

LA PRIMAVERA DEL TARASSACO di Michele Rocchetta

È giunta la “primavera del tarassaco”: un sofisticato attacco terroristico coordinato in tutto il mondo porta alla scomparsa istantanea di tutti gli idrocarburi e dei loro derivati.


Sin da subito risulta evidente che, non potendo più spostare agevolmente risorse da un posto all’altro, i beni primari disponibili non sono sufficienti per tutti; all’approssimarsi dell’esaurimento delle scorte, si formano gruppi che combattono per ottenere sia ciò che è direttamente necessario, sia ciò che può essere utilizzato per degli scambi.


La legge del più forte è ormai l’unica legge in vigore ovunque; tolto ogni freno inibitore la violenza si scatena in ogni sua declinazione.


In quest’ottica Dario, che ha già dovuto pagare un prezzo altissimo a questa apocalisse, ritiene che l’unico modo di sopravvivere senza degenerare sia organizzarsi in un posto facilmente difendibile nel quale si possano improntare tutti gli accorgimenti per essere il più autosufficienti possibile avendo acqua da bere, posti facilmente riscaldabili e asciutti dove dormire, alimenti freschi e autoprodotti con cui cibarsi e qualunque altra cosa sia necessaria.


È inoltre convinto che il posto ideale per realizzare questo suo progetto debba essere abbastanza isolato e lontano dalle città, troppo popolose e, per questo, troppo pericolose. 


Parte quindi in cerca del posto perfetto, incontrando per strada persone che dimostrano avere la sua stessa filosofia e con le quali decide di condividere il percorso.

La loro strada è costellata di pericoli e le situazioni che si trovano a fronteggiare sono la manifestazione di ogni possibile bassezza a cui l’essere umano può giungere.


Michele Rocchetta punta nuovamente su un romanzo distopico, magistralmente orchestrato, che appassiona e coinvolge lasciando un velo di inquietudine laddove ci si rende conto che un mondo del genere non è poi così inverosimile dovessero verificarsi apocalissi similari allo spunto narrativo da cui il romanzo principia.  


domenica 16 gennaio 2022

IL MAIALINO DI NATALE di J.K. Rowling, ed. Salani

Mimalino era un maialino di pezza, fatto della stessa stoffa di un asciugamano morbido. Era divertente da lanciare, perché aveva delle palline di plastica nella pancia. Le zampette soffici erano della misura giusta per asciugare una lacrima. Quando Jack, il suo proprietario, era molto piccolo, si addormentava ogni sera succhiando l’orecchio di Mimalino.

Mimalino, per gli amici Lino, e Jack sono inseparabili e, per Jack, Lino è il migliore amico che possa avere al mondo: è l’unico che lo capisce, lo conforta, non lo giudica ed è sempre pronto ad offrire tutto sé stesso ogni qualvolta Jack è triste, o felice, o arrabbiato, o assonnato.

È a Lino che Jack si è rivolto quando la mamma e il papà hanno deciso di non vivere più insieme, è sempre in Lino che Jack ha ritrovato casa anche quando la mamma ha deciso che dovevano trasferirsi e Jack avrebbe dovuto cambiare scuola per andare a vivere vicino ai nonni.

Non stupisce quindi che quando Lino viene scagliato fuori dalla macchina da una bambina arrabbiata e si perde al bordo dell’autostrada, Jack sia disperato.

Ma è la notte della Vigilia di Natale, una notte unica nell’anno, una notte carica di magia: l’unica notte in cui anche l’impossibile può diventare possibile.

E così Jack parte per un’avventura per ritrovare il suo migliore amico, un’avventura in un mondo strano e pericoloso dove l’immaginazione di J.K. Rowling può dare il proprio meglio.

Una favola nel senso più letterale del termine ossia una “breve narrazione, di cui sono protagonisti, insieme con gli uomini, anche animali, piante o esseri inanimati (sempre però come tipizzazioni di virtù e di vizî umani), e che racchiude un insegnamento di saggezza pratica o una verità morale, spesso dichiarati esplicitamente dall’autore stesso” (fonte Treccani.it)

Un racconto di Natale classico ma con personaggi e ambientazioni ricchi di spessore come i più famosi scritti di J.K. Rowling.

Da citare, a corredo della storia, le splendide illustrazioni di Jim Field che contribuiscono all’immersione nel magico mondo di Jack e Lino.


domenica 3 ottobre 2021

CANDY CANDY – Il romanzo completo, Keiko Nagita, ed. Kappalab

Fine XIX secolo: Candice White è una bambina cresciuta nella Casa di Pony dove è stata abbandonata quando era appena nata.

Come dice il suo nome, ha un animo candido ma non è ingenua: è esuberante e divertente, un vero peperino.

Ha solo sei anni il giorno in cui la sua migliore amica, Annie, la bambina che è stata abbandonata alle cure della Casa di Pony il suo stesso giorno, viene adottata da una famiglia benestante di Chicago e parte per la sua nuova vita.

Candy, travolta dai forti sentimenti che prova, corre a rifugiarsi sulla collina di Pony da cui segue con lo sguardo la macchina che le porta via Annie che si fa sempre più piccola.

Una volta che l’auto è scomparsa dalla vista, non può far altro che lasciare libero
sfogo alle lacrime. Fino a quando un ragazzo sorridente, con gli occhi luminosi e i capelli biondo cenere, non appare sulla collina e le dice che è “più carina quando ride che quando piange”.

Così come è comparso, il ragazzo che Candy battezza il Principe della Collina, sparisce lasciando dietro di sé solamente una spilla a forma di aquila con le ali spiegate da cui pende un piccolo campanellino d’argento.

Quello che Candy ovviamente in quel momento ancora non sa è che quell’incontro è solo il primo di tanti incontri con il clan scozzese degli Ardlay (di cui la spilla riproduce lo stemma), una famiglia molto potente composta da personaggi molto diversi fra loro che incroceranno la vita di Candy nelle circostanze più disparate.

La vita della piccola orfana subirà infatti delle vere e proprie montagne russe che la porteranno avanti e indietro fra l’America e l’Inghilterra, dovendosi confrontare sia con la diffidenza di alcune persone verso chi ha origine umile e incerta co
me lei, sia con la generosità di chi non esiterà a offrirle il proprio aiuto nel momento del bisogno.

Questo romanzo è la riscrittura recente di tutta la storia di Candy a cura della stessa autrice che l’aveva ideata per un manga degli anni ’70 (da cui è stato tratto il cartone animato trasmesso anche in Italia a partire dal 1976) e che ne aveva già curato una trasposizione in romanzo alla fine degli anni ‘70.

Il romanzo attuale alterna narrazioni in prima persona della stessa Candy, ormai adulta, che ripercorre il viale dei ricordi a narrazioni di un narratore esterno. Nella parte conclusiva, invece, l’autrice ricorre all’espediente epistolare lasciando alle lettere scritte da Candy il compito di far trapelare le vicissitudini degli anni prima, durante e dopo la Grande Guerra.

Fermo restando l’evidente “missione nostalgia” per chi oggi è adulto ma è cresciuto aspettando il momento della giornata in cui la tv trasmetteva Candy Candy, le vicende della piccola orfanella dai buoni sentimenti regalano, oggi come negli anni ’80, risate e lacrime, gioie e frustrazioni, senza lasciare al lettore altra scelta se non quella di farsi coinvolgere, anelando di scoprire se ci sarà o meno un lieto fine.

venerdì 9 aprile 2021

EXTREMA RATIO di Michele Rocchetta

Sono passati appena 12 anni dall’attentato che, nel 1944, ha tolto Hitler dalla scacchiera del conflitto mondiale dando una severa spinta alla cessazione delle ostilità e ad un nuovo allineamento delle forze mondiali, che l’Italia si trova nuovamente messa a ferro e fuoco: il Regno del Sud, sotto la spinta bellicosa del partito fascista, ha dichiarato guerra alla Repubblica dell’Alta Italia e dopo pochi mesi i combattimenti si susseguono feroci attestando il fronte lungo la dorsale appenninica.

Il governo della Repubblica dell’Alta Italia del Presidente Pertini si affida alle sue divisioni migliori, composte sia da italiani che da volontari internazionali provenienti dalla Francia e da altri paesi che hanno sposato la causa repubblicana, per arginare gli attacchi e non far dilagare nella pianura padana i combattenti sudisti con il costante timore che gli alleati del Regno del Sud, in particolar modo Britannici e Americani, decidano di farsi coinvolgere ufficialmente nel conflitto dando ai sudisti una potenza di fuoco soverchiante.

Quando in parte questi timori trovano riscontro nella realtà con il bombardamento (e la conseguente distruzione quasi totale) di Venezia e l’intervento, sebbene non dotato di appoggio ufficiale, delle divisioni corazzate al comando dei generali Patton e Clark, la bilancia del conflitto sembra pendere a favore del Regno del Sud.

Si rende pertanto necessaria, come dice il titolo, una extrema ratio, una misura estrema, per far cambiare il Vento del conflitto.

Per una missione di tale proporzione è basilare la massima discrezione e deve quindi necessariamente essere svolta con segretezza, risolutezza e velocità; deve dunque essere affidata ad agenti tanto segreti quanto efficaci e letali. Non è pertanto una sorpresa che il comando della missione venga assegnato a George Leconte, momentaneamente in Grecia apparentemente per svago, che, con Alberto Scandellari aveva di fatto salvato le sorti della nazione già alcuni mesi prima dimostrando il suo indubbio valore.

Leconte non esita un attimo e, formata la squadra piccola e fidata con cui salpare, si imbarca in questa nuova avventura nonostante l’evidente mancanza di certezze.

Michele Rocchetta si conferma in questo ben congegnato seguito di L’ombra del duce un narratore che ben sa concepire, organizzare e strutturare una trama senza freni, non scontata e coinvolgente grazie anche ad un sapiente uso dei dialoghi che aiutano ad alleggerire scene che avrebbero tutte le caratteristiche per risultare altrimenti un po’ troppo pesanti.

Un sequel che nulla ha da invidiare al suo predecessore e può essere anche letto separatamente grazie ad una intelligente piccola digressione inserita nel prologo.

domenica 8 settembre 2019

Resto qui di Marco Balzano

Oggi vi propongo una storia di radici, di famiglia, di guerra, di perdita e di identità. Dalla affabulante penna di Marco Balzano per Einaudi.